ALESSANDRO ALLEVI: DALLA MONTA AMERICANA ALLA GRANDE FAMIGLIA DELLA RACE ATTACK

Alessandro Allevi, dalla monta a cavallo ai cavalli della Ducati V4S.  Altra tappa del nostro viaggio alla scoperta dei piloti del MES. Oggi ci fermiamo a Cantù, da Alessandro Allevi venditore ambulante di salumi e formaggi e rider della Race Attack 1000. Il suo lavoro è in continuo movimento, così come la sua vita sportiva “Sì, esattamente – esordisce Alessandro – fin da bambino ho sempre avuto due passioni: la moto e i cavalli. La paura da parte di mamma per l’alta velocità ha fatto sì che optassi per le gare di monta americana, spinto dal piacere per la competizione che sempre mi ha contraddistinto. A casa dei miei genitori c’era abbastanza spazio per poter tenere un cavallo, così lo abbiamo acquistato.  Ci siamo dedicati  al cento per cento alla sua gestione, con lui ho perfino partecipato a una gara del campionato europeo a Verona. Crescendo però e a causa del lavoro che faccio, ho dovuto abbandonare questa passione. La gestione di un animale di quel genere era diventata incompatibile con la mia professione, soprattutto in termini di tempo e attenzione”. 

Sceso di sella, e messe nell’ armadio le briglie si è creato lo spazio per realizzare il sogno di diventare un pilota “Con la maggiore età ho potuto fare più di testa mia e complici la difficoltà di competere a cavallo mi sono gettato a capofitto sui motori. Inizialmente partecipavo a giornate di prove libere. Ho preso confidenza con l’dea delle competizioni partecipando a dei pareggiamenti. Ho conosciuto il MotoEstate e la Race Attack per caso: mi appoggiavo per la manutenzione della moto allo stesso meccanico di Niccolò Pellegrinelli. Così ridendo e scherzando ho potuto conoscere Niccolò e insieme abbiamo iniziato a fare qualche giornata in pista. Dopo un po’ di  uscite ci abbiamo davvero preso gusto e, parlando con i ragazzi di quello che ora è il nostro team, è nata l’idea di partecipare al MES”.

Proveliberemoto

Dal cavallo ai cavalli di una Ducati V4S: tutta questione di feeling. 

Di similitudini  tra le due discipline ce ne sono molte, soprattutto quando si parla di competitività e voglia di vincere. Quello che a mio avviso è profondamente diverso è l’ambiente: nel mondo dei cavalli ho avuto modo di relazionarmi molto meno con i miei “avversari”. Nel MotoEstate invece ho vissuto qualcosa di completamente diverso. Questa era la mia prima stagione in un campionato, ero al cento per cento un esordiente. Ciò nonostante, sono stato accolto alla grande all’interno del paddock del MES. Vien quasi da ridere a chiamare “avversari” – prosegue Alessandro – quei matti che corrono con me nella Race Attack 1000. Con loro, ma soprattutto con il mio compagno di team Niccolò, è nata una vera amicizia, che solo grazie alle corse è potuta sbocciare”.

Stagione da rookies

Questa è stata la prima stagione del #116 in un vero campionato. Alessandro ha chiuso secondo tra i rookies e ottavo nella classifica generale della Race Attack 1000  ““Per chi come me lavora il sabato la Race Attack è l’ideale: ti consente di divertirti e competere a buoni livelli impegnandoti solo la domenica. E in più a bassi costi. Sportivamente ho fatto meglio di quanto mi potessi aspettare. A inizio anno ero abbastanza fuori forma, complice un’operazione al menisco. Poi però il feeling con la pista è aumentato e sono arrivati anche i buoni risultati. Dopo il quarto round a Cervesina ero addirittura primo nella classifica rookies. Sono comunuque molto contento che a vincere sia stato il mio compagno di team Niccolò: lo meritava”. 

Questa è stata anche una stagione ricca di “prime volte” … “Una stagione ricca di prime volte e forti emozioni – esordisce Alessandro – ricordo ancora la prima partenza a Varano: è stato magico. Mi sono poi ritrovato a lavorare in un team, a studiare la moto. Tutte esperienze a cui non ero abituato. Sono anche arrivate le prime scivolate – prosegue ridendo – è stato un continuo scoprire e vivere emozioni nuove“.

Le tentazioni per il 2022 sono molte … “Per la stagione 2022 ancora non so cosa farò – conclude Alessandro – sicuro mi piacerebbe partecipare di nuovo nella Race Attack 1000. Per lo meno con un anno di esperienza dovrò subire meno “traumi” emotivi visto che ormai sono abituato a certe dinamiche. Le emozioni da vivere e il divertimento invece rimarrà sicuramente lo stesso”.